In diverse zone della Francia, gruppi di cittadini si riuniscono per organizzare attività sostenibili per l’acquisto di cibo organico. Ci siamo fermati a Champagnè-Saint-Hilaire, una città nella zona di Vienne, Poitou-Charentes. (Articolo pubblicato da Helen Bannier in We Demain, 26 Settembre 2016. Diritti fotografici: Claire Marquis)
É dal 2009 che venti famiglie francesi stanno facendo miracoli. Il procedimento è semplice: ogni membro si occupa di alcuni prodotti, ne gestisce l’ordine e l’acquisto. In questo modo comprano prodotti organici, tutelano i produttori locali e risparmiano.
Si incontrano ogni terzo venerdì del mese, e questa sera sono riuniti nel salotto di Gisèle, a Courtioux. Scopriamo così quali sono i prodotti che verranno condivisi questo mese: latte, farina, verdure, spezie, legumi, carne, pane, miele, zucchero, birra, tè e tisane, riso, sapone, oli essenziali e molto altro.
Etienne e Laurie sono i membri fondatori. Tutto ha avuto inizio sette anni fa, con appena cinque o sei famiglie. “Ci siamo detti che se avessimo comprato prodotti locali ed organici all’ingrosso e direttamente dai produttori, avremmo potuto fare un buon affare. Perciò abbiamo stabilito i nostri bisogni e abbiamo contattato i produttori che conosciamo”, hanno spiegato.
Le venti famiglie che fanno parte di questo gruppo amano il carattere informale e festivo dell’attività: “Non vogliamo far parte di associazioni con regole precise. Abbiamo uno statuto interno che stabilisce i nostri obiettivi, il modo in cui operiamo e il sistema adottato per la compra-vendita. Per esempio, abbiamo stabilito che non possiamo superare le venti famiglie perché altrimenti il numero non sarebbe più gestibile”, ci racconta Gisèle. Tuttavia, anche se il gruppo si rifiuta di ammettere nuovi membri, con la loro esperienza aiuta gli altri a dar vita ai propri gruppi di acquisto.
In fin dei conti, questo sistema è vantaggioso sia per le famiglie che per gli agricoltori. Sapendo che il gruppo li farà guadagnare, gli ortofrutticoltori stanno al gioco: Claire ci racconta che un fornitore di verdure organiche ha cominciato a coltivare patate in base alle richieste del gruppo. “Ci lascia anche raccogliere personalmente le verdure, perciò paghiamo ancora meno, solo 1.50 euro al chilo.” “Adesso, grazie al nostro impegno nel comprare le sue verdure, questo venditore ha visto i propri guadagni decollare e può permettersi una weekend libero al mese e tre settimane di vacanza all’anno,” ha dichiarato un entusiasta Françoise.
Fornire prodotti organici a prezzi “non organici”
Anche se l’aspetto economico di questa attività è di fondamentale importanza, i membri del gruppo non prestano particolare attenzione a quanto risparmiano ogni mese: sono però certi di star facendo la cosa giusta nel comprare all’ingrosso invece che al dettaglio.
Martine sottolinea come, comprando arance per meno di 2 euro al chilo, paghi prezzi “non organici” per cibo organico. Le lenticchie verdi costano 2.90 euro se se ne comprano 25 chili, mentre il prezzo del rivenditore è 3.40 euro al chilo, e sempre un chilo di lenticchie biologiche costerebbe 3.90 euro.
Se si confrontano questi prezzi con quelli dei negozi che vendono prodotti organici, il guadagno di Claire è di circa 250/300 euro all’anno per lei, suo marito e i suoi due figli.
Questa sera, oltre a fare acquisti, il gruppo fa le ordinazioni per il prossimo mese. Si giocherella con le monete e si emettono assegni con una fiducia incrollabile nel proprio vicino.