L’agricoltura etica (agri-ethics) riflette l’impegno morale di tutte le parti coinvolte nella rete commerciale: dall’agricoltore al consumatore, passando per il mugnaio, l’industriale, il panettiere e tutti coloro che possono partecipare a questa azione civica.
Le motivazioni che ne stanno alla base sono la volontà di attribuire un ruolo centrale agli agricoltori locali, di retribuire il loro lavoro secondo il giusto valore di mercato e di dimostrare che la globalizzazione dei prodotti alimentari non è inevitabile. In Francia, nella cittadina di Torigny-les-Villes, si è deciso di passare ad una agricoltura etica: l’obiettivo dei proprietari della panetteria “Fournil du Château” è quello di vincere la sfida e creare un business dove siano tutti vincitori.
In conclusione, i risultati sono piuttosto interessanti: che siano i produttori, i panettieri o, ovviamente, il cliente, tutti ritengono che questo progetto sia realizzabile dal punto di vista finanziario.
Ma in pratica, come funziona? L’agricoltore, il mugnaio e il panettiere firmano un contratto rinnovabile per la durata di tre anni, impegnandosi per un prezzo e una quantità fissi: tutto questo col fine, ovviamente, di evitare speculazioni e fluttuazioni di prezzo.
Non è una coincidenza che questa operazione abbia avuto successo proprio nella cittadina di Torigny-les-Villes, dove l’aria di mare è troppo umida per coltivare il grano con cui produrre il pane, il quale perciò viene coltivato a Orne, Mayenne e Ille-et-Vilaine.
L’agricoltura etica non è un’etichetta o un brand, bensì un approccio commerciale equo solidale
Inoltre Jean-Jacques Gervaise, consulente finanziario a Minoteries du Château, a Ernée (Mayenne), spiega: “L’agricoltura etica non è un’etichetta o un brand, bensì un approccio commerciale equo solidale chiamato “Nuova Generazione Nord-Nord” che si basa su un impegno economico, sociale e ambientale”. In più, anche il cliente trae vantaggio dal prezzo fisso.