La nazione che, al momento, presta più attenzione al biologico è la Danimarca. Secondo i dati raccolti da Organic Denmark, un’associazione di imprese, coltivatori e consumatori dediti al biologico, l’8% degli alimenti in vendita in Danimarca è bio, e nel 2014-2015 i prodotti più popolari sono stati noci, carote e latte. L’agricoltura biologica è la via che dobbiamo intraprendere nella produzione alimentare. Ma perché è arrivato il momento di abbandonare la coltivazione tradizionale?
Il pianeta terra è popolato più o meno da sette miliardi di esseri umani – cifra che è il risultato di un preoccupante aumento di 6 miliardi di persone in soli 200 anni. Di conseguenza, in questi tempi di esplosione demografica e degrado ambientale, la coltivazione biologica potrebbe diventare il modo più salutare e sostenibile di nutrire la nostra specie.
Coloro che si oppongono all’agricoltura biologica sostengono che i metodi tradizionali hanno una produttività sensibilmente maggiore pur richiedendo meno acri di terreno. John Reganold, professore di Scienze del Suolo e Agroecologia alla Washington State University, ha scoperto con il suo team che è effettivamente vero che i raccolti aumentano se si usano tecniche di coltivazione non biologiche, ma questo va a danneggiare il benessere nostro e del nostro ambiente.
L’agricoltura biologica ha un approccio dinamico, e mantiene un equilibrio ecologico nella produzione di cibo. All’etichetta di biologico si accompagnano tutta una serie di benefici a lungo termine e di grandi risultati. Per fare un esempio più specifico, non si usano intenzionalmente OGM nella produzione e nella lavorazione di alimenti biologici. Le terre sulle quali non vengono utilizzati pesticidi vengono ripopolate da varie specie di fauna e flora selvatica, tra cui impollinatori e predatori, e riducono il rischio di inquinare le falde acquifere. Complessivamente, si può dire che l’agricoltura biologica è un sistema di coltivazione che inquina di meno, promuove la biodiversità e predilige la qualità alla quantità.
Secondo l’articolo del professor Reganold, pubblicato dal The Guardian, inoltre, la coltivazione biologica ha anche il vantaggio di beneficiare coloro che la praticano, che hanno più opportunità di lavoro ed evitano l’esposizione a pesticidi dannosi e pericolose sostanze chimiche. L’agricoltura biologica è potenzialmente in grado di sfamare la popolazione terrestre per anni e anni, a patto che le politiche pubbliche e gli investimenti privati supportino e incoraggino i coltivatori a convertirsi a metodi di produzione biologica.
Anche se, per ora, gli appezzamenti di terra coltivati biologicamente sono solo l’1% del totale, ci stiamo muovendo nella giusta direzione. Il numero di fattorie biologiche è in crescita, così come la consapevolezza e l’esigenza del consumatore, che è sempre più disposto a pagare di più per avere prodotti biologici – il prezzo necessario per ricompensare i coltivatori che hanno deciso di proteggere la qualità delle loro terre.
